un' immagine di un pescatore di piovre

Sunday 24 October 2010

Morti ammazzati

Un paese che ha avuto morti ammazzati per 50 anni: giovani, leaders politici, poliziotti, eroi, magistrati, innovatori, oratori, coraggiosi, banchieri, avvocati, giornalisti, cronisti, terroristi, entusiasti, sinceri, mafiosi, rivoluzionari, poeti, poeti-registi, teorici, docenti, studenti, illusi, delusi, concreti, idealisti, non poteva che aspirare ad una meritata tregua.
Un paese ormai dissanguato, stuprato, deturpato, defraudato di quelle cose e di quei valori ai quali da sempre ogni suo anelito si è ispirato.
Ed ecco che oggi - fatti fuori tutti quelli che hanno creduto, che hanno voluto, che si sono spesi, che hanno associato a parole fatti, a idee significati autentici - si può ammirare il più desertico dei panorami sociali, culturali, politici, economici possibili in un contesto formalmente libero e liberale.
I morti del dopo-guerra italiano (un lunghissimo dopo-guerra durato fin qui oltre sessant'anni, ancora oggi non del tutto superato), pur caduti in battaglie diverse e in territori lontani, lasciano sulle coscienze un sentire comune, danno luogo ad un bisogno collettivo unificante di leggerezza, di disimpegno, di pace sociale a costo della demenza mediatica.

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