un' immagine di un pescatore di piovre

Monday 26 April 2010

nube purpurea 3

Riassunto:
il protagonsita, un mezzo selvaggio, e' arrivato al polo nord. Tornando verso sud si accorge di una nube purpurea e non trova nessuno vivo sulla nave.

Cosa e' successo ieri:
Ha continuato a trovare morti su morti. Saranno tutti morti? pare proprio di si.  ispeziona e vivacchia, pensa che sia stata la nube purpurea (che e' una polvere di colore piacevole e profumo di pesche, ma e' velenosa a respirarla, e fa vomitare oltre che morire) ad ammazzare tutti.
E' in Norvegia: ci sono morti di tutte le razze e nazioni. Si chiede: Da che pericolo saranno scappati?
Continua presto, forse tra un mese o poco piu'.

Sunday 25 April 2010

nube purpurea seconda puntata

Riassunto:
Il lettore apprende da un racconto autobiografico di terza mano.  Un dottorino inglese (Adam Jeffson) lascia la tranquillita' della sua vita borghese, per seguire una spedizione al polo nord. Progressivamente riemerge in lui una sete di conoscenza e di avventura che sembra non obbedire ad alcuna legge morale. Partendo, si lascia dietro una morte sospetta e un' ambigua fidanzata (Clodagh) che gli raccomanda di essere il primo a toccare il polo nord.

Coasa e' successo ieri:
La spedizione parte in nave, piena di speranze nonostante l' insuccesso di tutti i tentativi precedenti. All' inizio va benino, pian piano cominciano problemi, sia metereologici che con i compagni. Il dottorino, sotto quell' aria buonina e pensosa, cova rancore verso un compagno che sembra sospettarlo della morte sospetta di cui sopra. Uno dei suoi amici si camuffa da orso per scherzare, il nostro protagonista non lo riconosce nella nebbia serale, si scanta e gli spara una fucilata. Si ripete l' esperienza precedente: tolto di mezzo questo compagno, la scelta del capitano per un corpo speciale di quattro, che si spingano fino al polo nord, cade su di lui.
La nave si ancora e partono i quattro con slitte e provviste. I progressi diventano faticosi e lenti. Il dottorino si apparta con quello che gli fa antipatia, si aggaddano e lui gli spara. Lui e gli altri si sentono sempre piu' regrediti, dei veri armali, va via che procedono.  Il ghiaccio rivela dei minerali preziosi, tipo incastonati nel ghiaccio, ma a loro non importa.
Hanno fame. A questo punto c'e' una tempesta bestiale, ma lui decide di provare ad andare fino al polo nord mentre gli altri dormono, per fare contenta la sua fidanzata.
Il polo nord si presenta come una specie di laghetto, con una colonna al centro. L' eroe ha fantasie strane e ci vede delle scritte tutto intorno, come quando uno arriva a Collesano e c'e' il cartello: Collesano.
Quindi comincia a tornare. Gli altri li trova morti e procede da solo. C'e' freddo da aggigghiare, per fortuna qualche orso morto o da sparare per mangiare.
Comincia un' altra strana esperienza: ogni tanto vede arrivare una densa nebbiolina purpurea (quella del titolo), sente odore di pesche, si sente male e vomita.  Trova sempre piu' animali morti tutto intorno a lui. Passa un' inverno di fortuna dentro un igloo. Ricomincia il viaggio e vede lontana una barca. Si avvicina e scopre che si tratta della barca con cui era venuto. Dentro sono tutti morti, e sembra che abbiano tutti vomitato anche loro.

Commento e libere associazioni:
La scrittura e' un po' troppo dettagliata e lenta, ma convoglia un certo senso di angoscia via via che il dottorin procede. La si giustifica ricordandosi del tempo trascorso dalla pubblicazione del romanzo. Si sa che bisogna sforzarsi a leggere shakespeare o boccaccio per un po' prima di familiarizzarsi con la loro lingua, e goderseli. E' bello scoprire che il dottorino e' un mezzo selvaggio, anche se continuamente questa riscoperta evoca delle ansie psicotiche, come se stesse uscendo pazzo. Lui si comporta da psicopatico. Non riesce a trovare una soluzione creativa nell' hic et nunc, e agisce ammazzando, scappando avanti etc. nonostante dal nostro punto di vista sappiamo gia' che tutte le sue paure hanno prodotto il tomo che stiamo leggendo, e che la soluzione creativa ad un certo punto c'e' stata.
Le parti inesplorate della terra diventano superfici lunari, rocce che specchiano il frammentarsi del paesaggio interiore  l' emergenza di oggetti familiari anche se perfettamente sconosciuti. Questo e il mio personale confrontare descrizioni in lingua straniera (occasionalmente parole chiavi mi sono sconosciute, mi abbutta prendere il dizionario e e sforzo piuttosto l' immaginazione a farmene un' idea, in perfetta solitudine) rendono il processo profondamente evocativo.
Per restare in campo di fantascienza, altri capolavori che mi venivano in mente mentre leggevo questo libro erano il film 'la cosa' di J Carpenter ( al polo, con questa 'cosa' viene da fuori e attacca dal centro dell' identita' soggettiva una comunita' chiusa di scienziati ed esploratori) e il fumetto 'l Eternauta' (non il giornaletto) ripubblicato da Repubblica qualche anno fa.
Poi ieri sera abbiam discusso con amici di italianita' e non, considerando le differenze tra gli italiani in italia e gli italiani non in italia. Non abbiamo concluso la discussione e la valutazione sul da farsi. Abbiamo anche detto alcune schifezze su berlusconi - pochissime in realta' perche' una sorta di rassegnazione sembra aver preso il posto di altre emozioni. Ci siamo piuttosto spostati sul tema di quanto e' bello essere italiani rispetto alla nube purpurea di essere francesi o inglesi.
e intanto sono arrivato qui

Friday 23 April 2010

DOBBIAMO FARE QUALCOSA

Basta! non è possibile che gli interessi di pochissimi, pezzi di merda specializzati nel galleggiare, condizionino così fortemente le scelte di questo benedetto paese e quindi le nostre vite.
Le ultime notizie sul nostro ministro dello sviluppo economico PROMOTORE DEL NUCLEARE in italia, parlano di una mazzetta di 500.000 euro per comprare la casa alla figlia!
Ma vi pare accettabile?!?
Mi chiedo a questo punto la scelta delle centrali nucleari su quale prospettiva di tangente è nata, necessaria per far fronte a qualche capriccio del ministro o suo comparuccio o dei suoi figli.
Ma vi pare possibile?!?
Chiaramente la faccenda ora sarà liquidata dicendo che c'è la solita congiura contro il governo e che siamo tutti pazzi.
E' accettabile tutto ciò?

NO

Ci vuole un piano di azione

Wednesday 21 April 2010

nube purpurea

un amico dell'autore di questa nota suggerisce un libro scritto nel 1901 da tale MP Shiel, apparentemente capolavoro di fantascienza, che in originale si intitola 'the purple cloud' , il cui testo (in inglese) si trova sul progetto gutemberg, e che in italiano e' stato tradotto nel 1967 da adelphi come 'la nube purpurea' ed e' presto sparito di circolazione. Il suggerimento e' arrivato con le notizie dell' altra nube, vulcanica, che viene dall' islanda e attacca i motori degli aerei come un gremlin. un' altra storia di fantascienza? l' amico che suggerisce il libro intanto e' a koln, da dove non riesce a tornare.

Ho dunque pensato di tentare una sintesi nello stile della 'selezione del reader's digest' per i lettori italiani che non capiscono l' inglese. Sento di dover farlo per l' interesse quasi immediatamente suscitato dalla mia segnalazione. Inoltre la mia edizione del 2001 lo descrive come il primo vero romanzo di fantascienza, sostenendo che sia molto attuale e che abbia ispirato molti altri scrittori a seguire. E' una storia che potrebbe essere ambientata nella Collesano dei nostri giorni. Come non concentrarsi su questo promettente lavoro vista  tanta evidenza della sua utilita'?  Lo sintetizzero' a pezzetti via via che lo andro' leggendo. Aggiungero' anche commenti e brevissime descrizioni tra parentesi. Usero' pochissime virgole.
C' e' anche la possibilita' che a un certo punto non mi interessi piu', nel qual caso interrompero' il mio lavoro. Cio' lascerebbe tutti i numerosi lettori col fiato sospeso: credo che questa sarebbe  comunque la cosa piu' giusta da fare e in perfetta armonia con la struttura del romanzo stesso.
Questo e' infatti presentato come un frammento di una piu' ampia raccolta di scritti. Frammentarlo ulteriormente sarebbe  in linea con le  raffinatissime metodologie critiche postmoderne.
Nell' introduzione, l' autore parla di un suo amico che in punto di morte gli ha inviato dei manoscritti che aveva raccolto ascoltando una signora (brutta ma ricca) in trance.
La signora parlava come una spiritata e la parte dei manoscritti che ci viene proposta e' il racconto nella prima persona di uno di questi spiriti ( catena di autori a rimbalzo e gioco di specchi con cui Umberto Eco fa delle gran menate).
Si tratta di  un giovane medico che  pur perfettamente inserito nella societa' londinese dei suoi giorni, viene tentato a unirsi a un gruppo di avventurosi amici che stanno partendo per il polo nord.
Il dottorino disquisisce sui numerosi viaggi al polo nord andati male fino a quel punto, a detta di alcuni per volere divino preciso ( per inciso, la radiologa di Lucia su Dio: bisognerebbe trovargli un lavoro cosi' si dimentica di noi ).
 Dalle sue riflessioni comprendiamo come il suo spirito indomito e la sua naturale curiosita' non siano ancora perfettamente appagate dalla routine quotidiana. Prima ne parla scherzosamente con un amico un po' a trasi e niesci perche' dovrebbe anche sposarsi, ma alla fin fine lasciandosi convincere di parlarne anche con la fidanzata. Ne va  a parlare di corsa con la fidanzata (bella ma perfida) che si eccita tutta e sembra volerlo spingere a tutti i costi ad andare. Sembra che la fidanzata voglia mandarlo cosi' tanto da non esitare a togliere di mezzo (avvelenandolo?) il membro dell' equipaggio che era stato gia' scelto prima di lui. Al giovane dottore non resta altra scelta che unirsi all' equipaggio.
Ad un lettore attento comunque, questa storia del non avere scelta sembra in realta' un piano ben preciso per liberarsi di una realta' percepita come opprimente e di una fidanzata che non ama veramente.
Ecco, ieri sono arrivato fin qui.

Tuesday 20 April 2010

la pesca del polpo

Salve
care amiche ed amichi scusandomi per l'emozione nel superare ostacoli tecnologici inusitati

inizierei precisando che in questa finestra ci occuperemo dell'Octopus Vulgaris anche detto polpo,
in particolare del tipo maiolino,
a doppia fila di ventose con il tentacolo sessuale del maschio, il terzo braccio destro, più corto degli altri.

Fig. 1 - da santagatando.files.wordpress.com.

Video 1 - Il maiolino, immagini un pò crude ma vi garantisco che bollito è un'altra cosa.



A volte, ma specificando, ci riferiremo all'altro cefalopode
presente nei nostri mari, l'Octopus Macropus, la polpessa.

Fig. 2 - da www.centrosubsanremo.it.

Il polpo è un mollusco cefalopode, (da kepahalè - testa - e podus - piede) come la seppia ed il calamaro, della familia Octopodidae.
Il Maiolino vive sui fondi rocciosi o sabbiosi, da pochi metri fino oltre cento di profondità, e presenta un corpo robusto e muscoloso, a differenza della polpessa, dalla tipica colorazione rossastra piriforme con macchioline bianche, che presenta dei tentacoli molto lunghi ma più morbidi del maiolino, che, a mio parere, non tengono bene la cottura. Il Moscardino invece si riconosce perché presenta una sola serie di ventose, ed ha i tentacoli corti rispetto alla testa.

Il maiolino si riproduce tra i mesi di gennaio e l’inizio della primavera quando le grandi femmine, le ciocche in palermitano, si rintanano sui bassi fondali e depongono le uova; per covarle restano ferme in tana senza mangiare per lunghi periodi. Questo ci fa capire come variano le dimensioni dei polpi, o polipi come noi erroneamente li chiamiamo - ricordando che in verità i polipi sono celenterati, come le anemoni ed i coralli - nel corso dell’anno.

Per capirci a giugno, inizio stagione per i pescatori estivi, i polpi sono molto piccoli, due-trecento grammi, perché i grossi sono ritornati a profondità elevate; a fine agosto, i sopravvissuti, sono di circa sei settecento (i più buoni da mangiare); a settembre – ottobre, fine stagione estiva superano il chilo per arrivare alla nuova stagione riproduttiva a due-tre chili, i grandi craken; poi muoiono infatti la vita media del polpo dura tra un anno ed un anno e mezzo, non oltre.

Le dimensioni massime dovrebbero aggirarsi intorno ai dieci chili, il mio più grosso da ragazzo fu di nove chili - non convalidato perchè allora non si pesavano, lungo oltre un metro e mezzo. In verità ho ragione di credere che ci siano polpi anche di venti o trenta chili.

Ma vediamo un incredibile documentario del National Geographic:

Prima di occuparci della pesca e dei modi di cucinarlo ci soffermiamo su alcune abitudini che determinano i sistemi di cattura.

Una delle proprietà che lo caratterizzano è il mimetismo, il polpo non solo cambia cromia adattandosi molto rapidamente all’ambiente circostanze ma addirittura attiva delle escrescenze che lo fanno somigliare al tipo di roccia o alghe vicine.

Questa particolarità, comune in molti pesci da tana come lo scorfano ed il tordo, rende difficile al meno esperto l’individuazione. Ma il pescatore di tana, come il sottoscritto, attiva un sistema di riconoscimento specifico, osserva cioè il fondale individuando le anomalie e lo vede subito.

Il polpo di giorno sta di solito in tana, o meglio affacciato sul davanzale di casa. La tana è di facile individuazione perché il polpo si costruisce un vero villino, con conchiglie e pezzi di granchio, resti del pasto, e piccoli sassi disposti a semicerchio. Nei nostri mari è tipico individuare la conchiglia vuota di madreperla, l’orecchio di mare o di San Pietro - Haliotis tuberculata lamellosa – che ci consente di vedere la tana anche da molto lontano; ho visto tane con cinque sei madreperle disposte sul davanzale e a colpo sicuro ho pescato polpi di notevole dimensione (sulla pesca di questi buonissimi monovalvi ne parleremo in seguito, di certo ci sono ancora anche se nel palermitano si è persa la cultura del cercarle, mentre i catanesi sono ancora molto attivi).

Alcuni pesci, come le precchie, tra l’altro hanno la cattiva abitudine di restare a mezzacqua a fissarlo facilitando il pescatore. Ma vediamo il polpo in tana:

Fig. 3 - Il polpo nella tana-villino.

Fig. 4 - Il polpo avvistato si chiude tirandosi dietro, con le ventose, con le pietre.

Fig. 5 - Altra tana con madreperla.

Video 2 - Polpo in tana.

Dobbiamo ora analizzare il concetto di intelligenza del nostro polpo. Se è vero che viene definito tra i più intelligenti degli abitanti dei mari non è certo paragonabile a quella dell’uomo. Purtroppo perfino il meno intelligente tra i primati, il ministro gasparri, detto il vuoto a perdere, vincerebbe la sfida e questo decise la sorte del polpo l’avvenire dei mie baffi ed il mio mestiere.

E’ vero che riesce a fare cose strane tipo svitare il tappo a vite delle buatte ma vedremo come noi sfruttiamo le sue capacità a nostro vantaggio.

Altra caratteristica è lo spruzzo della nuvola di inchiostro bruno quando viene minacciato che serve per coprire la fuga, ma anche in questo caso senza molte speranze contro il predatore umano. Se comunque è vero che il top in cucina è il sugo nero ‘da siccia, che tutti voi avete ripetutamente apprezzato, il nero del puppo può essere esaltato in alcune ricette che vedremo alla fine.

LA PESCA.

La pesca del cefalopode ha storia millenaria, diffusa in tutti i mari è stata oggetto di miti e leggende basti pensare al craken che affondava le navi.

I sistemi più antichi prevedevano l’impiego di anforette in ceramica legate con una corda entro le quali si intanavano i polipi, e già questo esempio ci fa capire come i pescatori hanno sfruttato le consuetudini dell’animale.


Fig. 6 - La brocchetta minoica di Gurnià.


Oggi si pesca usualmente con le polpare, lenze che terminano con dei piombi con ami, o con la fiocina lunga, a piedi o dalla barca; questi sistemi si praticano di solito di notte con l’ausilio di lampare.


E devo dire che con trent’anni di esperienza mi ritengo un grande cacciatore di maiolini. A differenza dei cacciatori di pesci che si concentrano sul movimento per individuare la preda, il pescapolipi si concentra sull’immobilismo mimetico della preda. E’ diversa la messa a fuoco, provate a pensare a quei quadri che se entri con la vista diventano tridimensionali ecco io entro e scandisco il territorio e lo vedo, lo sento. Tra l’altro la stanzialità comporta che da trent’anni io pesco nelle stesse tane, che ormai conosco meglio di loro, pensate che d’estate in certe tane lontane poco battute ne peschiamo ogni tre giorni.

Di lato vediamo la prima preda, un polpo di tre chili pescato di giorno, con la polpara dal ponteggio a mare della tonnara di favignana, visto mentre col capocantiere prendevamo misure.

Ma come si era capito io i polipi li pesco in apnea, di solito in tana.

Questo mi porta a confessare che pescare polipi non è prendere saraghi e cernie. Allora, il polpo come lo scorfano sta immobile, tuttalpiù si rintana lentamente, la murena addirittura esce la testa e la mette davanti al fucile, non puoi sbagliare; una volta individuato il polpo è preso, per carità qualcuno ci è scappato ma raro.

E allora mi gioco un grande consiglio, frutto di esperienza. L’unico problema è che una volta infiocinato si ritira in tana e la resistenza che oppone un polpo anche di un chilo è tale che tirando forte si sfiocinerebbe e comunque non sarebbe facile strapparlo a trazione. Ricordo il famoso polpo gigante preso da ragazzo, ci impiegammo ore per stanarlo. Ma il suo istinto lo porta a fare l’opposto di quello che gli vogliamo fare noi, quindi basta spingere con decisione l’asta verso la tana, risalire ed aspettare, dopo un po’ la bestia tenterà la fuga uscendo allo scoperto ed è preso. Quelli grossi vanno magari pungolati col coltello. Qualche volta capita il polipo fuori tana che chiaramente è ancora più facile come capita la seppia.

Ma vediamo qualche altra cattura famosa prima di passare al capitolo Il polpo in tavola





Ma arriviamo all'ultimo capitolo:

IL POLPO IN TAVOLA

Tutti i dubbi etici sull'opportunità della pesca al nostro amato amico svaniscono quando il polpo arriva in tavola.
Amato da tutti, in particolare dai bambini, forse perché senza spine o forse per la consistenza callosa o forse solo perché buono, il polpo può essere cucinato in diversi modi. Di certo quello che noi preferiamo è semplicemente bollito. questo ci ricorda il cibo da strada, il polipo mangiato alla piazza della Vucciria o a Mondello, in piedi, dopo un piatto di ricci.Il polipo va calato quando l'acqua, abbondante, bolle immergendolo per tre volte; ciò fa arricciare i tentacoli. La cottura varia in funzione della dimensione. Diciamo che un polpo di un chilo deve bollire circa quaranta minuti, comunque sempre provare ad infilzare con la forchetta per verificare se penetra con facilità. Non scolatelo subito ma lasciatelo a raffreddare altri dieci minuti nella stessa acqua e poi servitelo senza niente, al limite un goccio di limone. Se dovesse avanzare, potete il giorno dopo farlo ad insalata. Tagliato e condito con olio, limone, carote e sedano o prezzemolo.
Segue polpo alla gallega


Sunday 18 April 2010

esercizi per liberare la voce 1

http://www.myspace.com/arringtondedionyso per piu' informazioni. musica fresca

Saturday 17 April 2010

a che punto siamo

Ho invitato molti amici e contatti a diventare autori. vedremo che succedera'. inviterei a pensare alla diversa audience: utilizzare nomi d' arte e moderare i toni renderebbe piu' piacevole a tutti la fruizione. si tratta di un esperimento.

Friday 16 April 2010

welcome!

dopo mottapalermo, mottainternational. la domanda e' la stessa, da lenin, a fontamara, all' italia berlusconiana: CHE FARE?
Crediamo che pensare, chiarire, confrontarsi e comunicare siano i migliori prodromi al fare, e dunque ecco uno strumento per partecipare. suggerimenti e contributi benvenuti, minima moderazione, piattaforma multimediale e partecipazione internazionale. inoltre ottimi consigli su come pescare polpi. il tutto liberamente ispirato al pensiero mottesco su strutture di un certo tipo ed energia