un' immagine di un pescatore di piovre

Sunday 25 April 2010

nube purpurea seconda puntata

Riassunto:
Il lettore apprende da un racconto autobiografico di terza mano.  Un dottorino inglese (Adam Jeffson) lascia la tranquillita' della sua vita borghese, per seguire una spedizione al polo nord. Progressivamente riemerge in lui una sete di conoscenza e di avventura che sembra non obbedire ad alcuna legge morale. Partendo, si lascia dietro una morte sospetta e un' ambigua fidanzata (Clodagh) che gli raccomanda di essere il primo a toccare il polo nord.

Coasa e' successo ieri:
La spedizione parte in nave, piena di speranze nonostante l' insuccesso di tutti i tentativi precedenti. All' inizio va benino, pian piano cominciano problemi, sia metereologici che con i compagni. Il dottorino, sotto quell' aria buonina e pensosa, cova rancore verso un compagno che sembra sospettarlo della morte sospetta di cui sopra. Uno dei suoi amici si camuffa da orso per scherzare, il nostro protagonista non lo riconosce nella nebbia serale, si scanta e gli spara una fucilata. Si ripete l' esperienza precedente: tolto di mezzo questo compagno, la scelta del capitano per un corpo speciale di quattro, che si spingano fino al polo nord, cade su di lui.
La nave si ancora e partono i quattro con slitte e provviste. I progressi diventano faticosi e lenti. Il dottorino si apparta con quello che gli fa antipatia, si aggaddano e lui gli spara. Lui e gli altri si sentono sempre piu' regrediti, dei veri armali, va via che procedono.  Il ghiaccio rivela dei minerali preziosi, tipo incastonati nel ghiaccio, ma a loro non importa.
Hanno fame. A questo punto c'e' una tempesta bestiale, ma lui decide di provare ad andare fino al polo nord mentre gli altri dormono, per fare contenta la sua fidanzata.
Il polo nord si presenta come una specie di laghetto, con una colonna al centro. L' eroe ha fantasie strane e ci vede delle scritte tutto intorno, come quando uno arriva a Collesano e c'e' il cartello: Collesano.
Quindi comincia a tornare. Gli altri li trova morti e procede da solo. C'e' freddo da aggigghiare, per fortuna qualche orso morto o da sparare per mangiare.
Comincia un' altra strana esperienza: ogni tanto vede arrivare una densa nebbiolina purpurea (quella del titolo), sente odore di pesche, si sente male e vomita.  Trova sempre piu' animali morti tutto intorno a lui. Passa un' inverno di fortuna dentro un igloo. Ricomincia il viaggio e vede lontana una barca. Si avvicina e scopre che si tratta della barca con cui era venuto. Dentro sono tutti morti, e sembra che abbiano tutti vomitato anche loro.

Commento e libere associazioni:
La scrittura e' un po' troppo dettagliata e lenta, ma convoglia un certo senso di angoscia via via che il dottorin procede. La si giustifica ricordandosi del tempo trascorso dalla pubblicazione del romanzo. Si sa che bisogna sforzarsi a leggere shakespeare o boccaccio per un po' prima di familiarizzarsi con la loro lingua, e goderseli. E' bello scoprire che il dottorino e' un mezzo selvaggio, anche se continuamente questa riscoperta evoca delle ansie psicotiche, come se stesse uscendo pazzo. Lui si comporta da psicopatico. Non riesce a trovare una soluzione creativa nell' hic et nunc, e agisce ammazzando, scappando avanti etc. nonostante dal nostro punto di vista sappiamo gia' che tutte le sue paure hanno prodotto il tomo che stiamo leggendo, e che la soluzione creativa ad un certo punto c'e' stata.
Le parti inesplorate della terra diventano superfici lunari, rocce che specchiano il frammentarsi del paesaggio interiore  l' emergenza di oggetti familiari anche se perfettamente sconosciuti. Questo e il mio personale confrontare descrizioni in lingua straniera (occasionalmente parole chiavi mi sono sconosciute, mi abbutta prendere il dizionario e e sforzo piuttosto l' immaginazione a farmene un' idea, in perfetta solitudine) rendono il processo profondamente evocativo.
Per restare in campo di fantascienza, altri capolavori che mi venivano in mente mentre leggevo questo libro erano il film 'la cosa' di J Carpenter ( al polo, con questa 'cosa' viene da fuori e attacca dal centro dell' identita' soggettiva una comunita' chiusa di scienziati ed esploratori) e il fumetto 'l Eternauta' (non il giornaletto) ripubblicato da Repubblica qualche anno fa.
Poi ieri sera abbiam discusso con amici di italianita' e non, considerando le differenze tra gli italiani in italia e gli italiani non in italia. Non abbiamo concluso la discussione e la valutazione sul da farsi. Abbiamo anche detto alcune schifezze su berlusconi - pochissime in realta' perche' una sorta di rassegnazione sembra aver preso il posto di altre emozioni. Ci siamo piuttosto spostati sul tema di quanto e' bello essere italiani rispetto alla nube purpurea di essere francesi o inglesi.
e intanto sono arrivato qui

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